Le mie lunghe passeggiate sulle spiagge di Liguria, Corsica e Sardegna, hanno sempre dato frutti: piccoli oggetti naturali, piccoli pezzi di materiali vari che la terra aveva ceduto al mare ed il mare restituito dopo averne impresso la sua impronta di levigatezza. Amo le onde che sulla battigia lavorano e rilavorano incessantemente questi oggetti, li masticano e rimasticano fino a plasmarli, smussarli, smerigliarli rendendoli piccoli gioielli gradevoli da osservare, tenere in mano rigirandoli ed alla fine mettere in  tasca dove riassaporarli ogni tanto.

Ne ho svuotate di tasche lasciandovi solo inesorabili granelli di sabbia, anch'essi piccoli capolavori policromi ma poco manovrabili.  E nelle orecchie sentivo il frangersi dell'onda che ad ogni approdo mi diceva: "ecco, guarda bene, ti ho lasciato un ricordo, cercalo e sarà tuo, sarà tuo e di colui che avrà saputo coglierne la poesia".

Da un po’ di tempo mi dedico a dar risalto a questi gioielli regalati, assemblandoli tra loro, accostando un legnetto o una corteccia ad un sassolino o ad un vetro, ma solo quando ho l'impressione che questi si cerchino, si chiamino, solo quando sento nelle mie orecchie il suono della risacca, solo allora mi decido a saldarli unendoli per sempre.

                                                                                              AantoMaa